1/2 Da un lato c'e' un reportage encomiabile della vita disastrata del proletariato industriale britannico in cui Giorgio si sforza onestamente di portare alla luce i suoi limiti di comprensione dovuti alla rigida divisione in caste della societa' inglese, in cui lui si colloca tra i borghesi impoveriti. Vede gia' chiaramente, nel '37, che quelli come lui possono essere attirati dal fascismo che dilaga in Europa, se la divisione in classi sara' semplicemente sovrapposta alle caste pre-esistenti e non legata ad oggettive condizioni economiche, facendoli accorrere dalla parte degli oppressori contro chi semplicemente ha un accento prolet ma gli stessi guadagni. Anticipa che il fascismo arrivera' in Inghilterra in una forma meno spettacolarizzata (vedi Churchill) e vuole battersi per evitarlo.
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