L'atteggiamento del contadino, dell'operaio, della persona "che non ha studiato", nei confronti dell'uomo di studio è, insieme, di rispetto e di sospetto. Da una parte ha una considerazione quasi magica per quegli strumenti che non è abituato a maneggiare ("Parla come un libro stampato", dice; dove il libro stampato è qualcosa di misterioso, di quasi sacrale); dall'altra una secolare diffidenza verso quella cultura che è stata spesso strumento di discriminazione e di oppressione. E la stessa persona che dice "libro stampato" significando reverenza, poi dice: "Non date retta ai libri! Ciò che conta è la pratica".
Adriana Zarri, Un eremo non è un guscio di lumaca, Einaudi 2011 (pag. 108)