"La festa è piena di nuovi invitati. Le sedie iniziano a scarseggiare, qualcuno è costretto a restare in piedi, e se i nuovi arrivati sono più divertenti, entusiasti e destinati ad attirare l’attenzione, forse più che di censura si deve parlare di questo: dell’aggressività gioiosa del nuovo arrivato rispetto all’imbarazzo di chi a quella festa c’è sempre andato. Temere le tendenze radicali ed estremiste di un fenomeno come la cancel culture significa non prenderla sul serio, alterandone continuamente le proporzioni"