"Nelle discussioni emerse intorno alla lettera su Harper’s, sarebbe stato apprezzabile dare maggiore risalto al concetto del permesso, e della fragilità. Una parola o due sulla transitorietà della propria presenza, sul declino della propria popolarità. Più che del diritto di non sparire, sarebbe stato bello parlare del disorientamento che deriva dal non sapere se si è ancora benvenuti a restare. Ma non essere invitati alla festa non è la stessa cosa dei rastrellamenti degli squadristi o delle porte sfondate nel cuore della notte"