I lavoratori di Blizzard sono di nuovo sulle prime pagine dei giornali. L'anno scorso si erano fatti notare per due proteste: la prima contro la disparità di salario e i tagli al personale e la seconda in supporto alle proteste anti-imperialiste ad Hong Kong.
Oggi tornano ad alzare la voce perché le misure promesse per compensare i salari poco equi non sono arrivate. Perciò hanno deciso di prendere in mano la situazione e far circolare un documento per condividere anonimamente i salari delle varie posizioni e ruoli. Questa pratica, oltre ad essere uno strumento per smentire la propaganda aziendale, è un modo per dare ad ognuno la possibilità di quantificare l'ammontare che non gli viene retribuito rispetto ai colleghi e poter così agire di conseguenza, sia individualmente che collettivamente.