performance, teatro, politica
È la “Performance della politica”, annunciata acutamente e gloriosamente dalla “Società dello spettacolo” di Guy Debord e poi sistematicamente applicata ovunque. È, dice De Marinis, «l’arte di mettere in scena, drammatizzare i problemi, spesso inventando ex novo emergenze che non sono realmente tali, al solo scopo di accrescere il consenso a breve o brevissimo termine». Contro questa smaccata “rappresentazione”, il Teatro potrebbe ritrovare un proprio ruolo fondante, in un lavoro di «resistenza culturale permanente», giocato su sistematiche opposizioni. Si tratta di contrapporre, spiega lo studioso, la relazione alla separazione; la partecipazione alla passività; la comunità all’individuo o all’isolamento; l’azione alla rappresentazione; il corpo all’immagine.
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