Tre giorni fa the Guardian ha denunciato che, per costruire gli impianti che ospiteranno i mondiali di calcio del 2022 in Qatar, sono morti più di 6500 lavoratori. Una strage possibile perché i lavoratori non hanno alcun diritto. Questo dimostra ancora una volta che nel modo di produzione capitalistico il lavoratore è sempre e solo un’appendice della macchina. La sua vita, per il padrone, non vale di più del salario che deve sborsare a fine mese. Per questo la schiavitù è sempre una possibilità insita nei rapporti di produzione. Per questo non è possibile scollegare la lotta per un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro con una lotta per la trasformazione radicale dei rapporti di produzione. Perché solo abbattendo questa società ed edificandone un’altra migliore potremo mettere fine a questi fenomeni.