Secondo me non conta tanto l'irrazionalità, quanto la scarsa conoscenza del metodo storico (basato sulle fonti e la loro interpretazione). Non saperlo porta a considerare sullo stesso piano il lavoro di Pavone e quello di Pansa, solo che uno si basa su solide fonti, l'altro su sentito dire e storie palesemente inventate.
Il processo revisionista è in atto dagli anni Ottanta (Gallerano ne scriveva già allora), cominciò in televisione. La rete ha semplificato la diffusione di quelle informazioni, ma, forse, ha solo accelerato un processo già in atto.
Il lavoro degli storici del futuro credo sarà difficile sia per il deep-fake, sia per la volatilità dei dati. Pensate solo quanto già oggi sia difficile fare una storia di Indymedia basata su fonti che non siano orali...