OCR Output (chars: 4904)
@ilfiumeoreto
Flaminia Giuliani ote
15h-@
Cera una volta una mia amica che lavorava come rider per un noto ristorante romano.
IItitolare del ristorante le aveva promesso di assumerla tramite regolare contratto, ma alla fine,
temporeggiando mese dopo mese, continuava a tenerla occupata in nero, facendole dunque
correre il rischio di non essere minimamente tutelata in caso, ad esempio, avesse avuto un
incidente mentre guidava il furgone con cui faceva le consegne, né in caso di qualsiasi altra
fattispecie di infortunio sul lavoro.
Una volta, la mia amica, durante una sera di zona rossa, mentre era in giro a fare consegne a
domicilio oltre l'orario del coprifuaco, venne fermata dalla guardia di finanza per i noti controlli
sugli spostamenti.
Le domande riguardavano, come per chiunque sia stato fermato durante questo anno di
pandemia, i motivi dello spostamento,
L’amica in questione rispose che lavorava per un ristorante e che stava rientrando sul posto di
lavoro dopo aver effettuato le consegne a domicilio.
Qualche tempo dopo I'amica venne ricontattata telefonicamente dalla guardia di finanza
(sull’autodichiarazione si lascia anche il recapito telefonico, per chi non lo sapesse, proprio per
permettere eventuali accertamenti) e convocata presso i loro uffici. Una volta recatasi li, ed
informata sulle sanzioni penali cui sarebbe andata incontro in caso di false dichiarazioni, seppure
intimorita per la situazione in cui si trovava, decise di rispondere alle domande fate con assoluta
sincerita.
La finanza, dopo aver preso atto delle affermazioni ricevute, apri le indagini per verificare se
esistesse un rapporto contrattuale tra I'amica, che lavorava con turni definiti presso il ristorante,
ed il datore di lavoro. Non rilevando un rapporto regolare, ed anzi verificando l'irregolare ed
illegale rapporto di lavoro in nero che si perpetrava da tempo, la finanza sanziono il ristoratore.
Ed all’amica che succedeva? Lei perdeva il posto di lavoro e veniva apostrofata con insulti poco
fantasiosi.
La prima storia termina qui e lascia un sapore amaro in bocca.
Cera una volta Roberto Angelini e molti di voi si chiederanno chi sia. Ma sié lui, partecipa al
programma Propaganda Live!
Si avete capito bene, quel programma in cui si difendono strenuamente i diritti dei lavoratori, si fa
molta critica agli imprenditori che lavorano sfruttando il lavoro nero e che si arricchiscono non
garantendo nessuna tutela ai propri dipendenti, e che evadono le tasse che noi tutti contribuenti
paghiamo per i servizi forniti dallo stato.
Dicevo comunque,
Cera una volta Bob Angelini,
un noto musicista che lavora anche in televisione e che di conseguenza ha una cassa di risonanza
molto forte sui social network.
Una mattina di maggio Bob pubblica sulle sue pagine social, facebook ed instagram, una storia
strappalacrime, in cui dichiara di essere stato tradito da una sua cara amica che lo avrebbe
denunciato alla guardia di finanza per lavoro nero.
Avete gia capito?
La sua amica é LA MIA AMICA della storia precedente, I'amica che lo avrebbe tradito perché lui in
“buona fede" l'avrebbe “aiutata in un momento di difficolta!
Un’amica che, colta in flagranza di reato mentre si spostava durante un turno di lavoro in zona
Tossa per fare le consegne a domicilio senza un regolare contratto, non lo avrebbe coperto e non
avrebbe magari mentito all'autorita per lui!
Lamica é stata messa alla gogna mediatica senza possibilita di difendersi ed il caro Bob,
sfruttando ancora una volta la sua visibilita di personaggio pubblico intortandoci con la retorica
del benefattore, ha ben pensato di fomnire la sua versione dei fatti ammettendo candidamente di
aver commesso un REATO.
Si, IL LAVORO NERO E’ UN REATO! Non ci sono giustificazioni di sorta per un simile
atteggiamento!
Ma in questo caso no, ¢’é il plauso della folla che stranamente sembra acclamare a gran voce sul
profilo di Angelini quanto meschina sia stata I'amica.
Caro Bob, nessuno ti ha denunciato, il vittimismo e la mistificazione della realta sono totalmente
fuori luogo in questa circostanza!
Il suo post sta riscuotendo le pacche sulle spalle e il supporto di tantissimi personaggi dello
spettacolo italiani.
Voglio solo urlare a gran voce quanto questa ipocrisia mi faccia male, quanto ancora una volta sia
atterrita dal vedere i diritti dei lavoratori calpestati tra l'indifferenza generale, e quanto io non
abbia la minima intenzione di rassegnarmi alla tirannia dello squalo che mangia il pesce pit!
piccolo.
“Tradito da..”, ha titolato il Corriere dello sport, e ha fatto una sfilza di nomi di personaggi dello
spettacolo che hanno mostrato il loro supporto a Bob.
Nessuno (tranne il TPI e pochi altri) fa menzione del fatto che lui stesse sfruttando una lavoratrice
in nero senza garantire le minime tutele sindacali di cui si fa portavoce nel programma
Propaganda Live. Che male.