«Ai libri non si regala il proprio tempo. Lo si dà in prestito con pieno diritto di esigere un tasso da strozzini. Non che ci ripromettiamo granellini d'oro, né frutti meravigliosi di edificazione; da troppi anni non frequentiamo più le scuole elementari, dove ci insegnavano che la lettura è una pratica virtuosa, rimunerata come un'opera di bene. In certi casi, si è perfino disposti a rinunciare alla bigotteria del bello. Siamo una pasta di usurai, pronti a rilasciare una ricevuta di pieno scarico, se appena un autore ci faccia capire perché si è creduto in diritto di imprestarsi il nostro tempo».
— Giacomo Debenedetti, Intermezzo, Mondadori 1963