Se oggi la tecnologia digitale è in larga parte uno strumento di oppressione, utilizzato per creare profitto per pochi a danno di tanti, che abilita discriminazioni, sfruttamento, campi di concentramento e genocidi, è anche innegabile che sia uno strumento che ha avuto esternalità positive e liberatorie. Concentrarsi sui danni, per quanto enormi, ci blocca e ci impedisce di pensare ad una tecnologia diversa, al servizio del bene comune. Non basta rifiutare questa tecnologia come fanno gli intellettuali e a volte i politici così come non basta sviluppare strumenti per ostacolarla come fanno gli hacker.
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