Abitava nell’isolato in cui aveva sede la redazione di “Lo straniero”. Gli lasciavo in portineria i nuovi numeri e lui lasciava nella mia copie di articoli e nuovi libri, intestandoli “Al caro vicino”… Un nuovo libro? Incrociandomi in strada mi gridava: “Sia clemente, Fofi!”.
(Goffredo Fofi parla di Alberto Arbasino)