Per fortuna non c’è scappato il morto e neanche feriti, ma la situazione nel carcere di Rebibbia resta sull’orlo di un’invivibilità quotidiana al limite dei diritti umani elementari. A dare il via alla rivolta che ieri ha portato i reclusi ad appiccare un incendio al reparto G6 – originariamente destinato ai detenuti in transito ma di fatto utilizzato per “appoggiare” detenuti ritenuti violenti o problematici – la mancata risposta alla richiesta di assistenza sanitaria presentata da alcuni detenuti.
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