“Diverse di noi lo indossavano manifestando in piazza, perché noi non lo consideriamo assolutamente uno strumento di oppressione di per sé”, afferma Salam, che porta lei stessa il velo che copre i capelli fino all’attaccatura. “E’ importante”, specifica, “che la scelta di indossarlo sia consapevole e soprattutto che non sia il frutto di pressioni o costrizioni”.
Concetti, questi, non facili da comunicare al resto del movimento femminista. “L’idea non viene accettata da molte delle realtà di attivismo femminile occidentale” dice Salam. “C’è ancora uno schema ideale al quale bisogna aderire per essere considerate ‘femministe’. E’ un mondo ancora in fase di definizione, non risolto”.
https://www.dire.it/23-11-2022/837232-la-femminista-sahar-salam-il-velo-non-e-uno-strumento-di-oppressione-in-se-loccidente-lo-capisca/