Nella bolla degli omofobi sui social si è scatenato in questi giorni un fortissimo attacco a #SamSmith per il suo ultimo video.
Al di là di quanto mi possa piacere la canzone o l'artista trovo quanto sta succedendo particolarmente interessante.
La canzone e il video utilizzano i classici codici del pop contemporaneo: una spruzzata di sexy, un po' di abiti succinti, qualche movimento pelvico, una canzone sul sesso e vestiti sgargianti.
Roba già vista da almeno 70 anni, sia fatta da donne che da uomini (etero o meno).
Se ci fosse stata Rihanna al posto di #SamSmith in quel video nessuno lo avrebbe neanche notato.
Così come se fosse una performance di Mick Jagger, David Bowie, Harry Styles o Tom Holland.