Bigarella<p><strong>Savona e provincia ai primi del 1944</strong></p> <a href="https://bigarella.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/11/bdvsv1.jpg" rel="nofollow noopener noreferrer" target="_blank"></a> <p>L’inverno del ’44 vide le formazioni ribelli savonesi decisamente allo sbando, decimate e scompigliate dai rastrellamenti. Anche in città l’antifascismo aveva subito colpi molto duri.<br>L’unico gruppo a rimanere indenne ed intatto in quelle settimane fu quello attestato a Repiano, presso Montenotte, che nei primi giorni dell’anno uccise l’ex maresciallo dei Carabinieri di Pontinvrea Recuperi. Costui, aderente al PFR, pare si distinguesse per l’accanimento con cui dava la caccia agli sbandati ed ai renitenti alla leva <1. La sopravvivenza di un nucleo intatto di uomini preparati e in parte ignoti alle forze dell’ordine si rivelò un appiglio esile ma prezioso per lo sconquassato movimento ribelle savonese: prova ne sia il fatto che proprio su questi elementi fece affidamento il Comitato Militare per mantenere un minimo di inquadramento e di ordine nelle scarse forze a sua disposizione. Tra di loro si trovavano comunque alcune vecchie conoscenze della Questura, come Libero Bianchi “Emilio”, Giovanni Carai “Mirto” e Quinto Pompili “Jean” <2.<br>Lo scompiglio dell’organizzazione di città era tale che nel mese di gennaio il Partito Comunista, evidentemente poco fiducioso circa gli sviluppi della lotta in montagna e vivamente allarmato dalla piega presa dagli eventi nel capoluogo, decise di far tornare a Savona i più giovani tra i ribelli di Montenotte per ridare ossigeno all’attività urbana <3. Tuttavia, grazie a delazioni seguite da accurate indagini, la Gestapo e la Questura savonese furono in grado di identificare ed arrestare rapidamente buona parte di questi militanti. L’azione di polizia, iniziata nella seconda quindicina di gennaio, non si concluse prima di marzo. Già nei primi giorni caddero prigionieri Angelo Galli, i fratelli Armando “Piccolo” e Renato “Moro” Aiello, Lorenzo Della Rosa “Lillo”, Francesco Falco, Pietro Salvo e l’addetto ai collegamenti Edoardo Gatti. Il Della Rosa e i fratelli Aiello riuscirono ben presto ad evadere rocambolescamente dalla caserma dei Carabinieri di via Giuria e tornarono alla macchia.<br>Ma il 31 gennaio 1944 toccava ai fratelli Attilio e Angelo Briano essere catturati in una casa presso il quartiere di Lavagnola in cui erano occultate armi e munizioni. In febbraio fu la volta di Attilio Antonini, organizzatore delle prime embrionali SAP, di Lorenzo Baldo, Giuseppe Rambaldi e Giuseppe Casalini. Infine, in marzo, i Carabinieri di Montenotte arrestarono Aldo Tambuscio e Nello Bovani, ferito. Anche il CLN subì un colpo durissimo con l’arresto di Gaetano Colombo, il quale, dopo essere passato per le mani degli psicopatici della Casa dello Studente a Genova, venne fucilato al Turchino il 19 maggio 1944 insieme ai fratelli Briano e ad altri 65 antifascisti; per ultimo fu incarcerato Arturo Sanvenero, noto commerciante, accusato di finanziare i ribelli <4.<br>Questa sequela di colpi frenò gravemente il movimento partigiano, ma non riuscì a sradicarlo. Se i collegamenti con i residui nuclei di montagna erano saltati e le stesse organizzazioni cittadine erano in preda alla paranoia e alle difficoltà di comunicazione, concrete possibilità di azione clandestina permanevano grazie al Fronte della Gioventù, nucleo di giovani antifascisti fondato in autunno dagli operai della Scarpa & Magnano Francesco Vigliecca “Kamo” e Stefano Peluffo “Penna” e dallo studente Giuseppe Noberasco “Libro”. Ignoti alle polizie, gli appartenenti al FdG avevano potuto estendere la loro rete in tutta la provincia costituendo una preziosa base d’appoggio per tutto il movimento ribelle. Le loro attività principali consistevano nella stampa e diffusione di volantini sovversivi, nel recupero di armi, nel reclutamento di ragazzi e ragazze spesso giovanissimi <5.<br>A fine febbraio 1944 venne diffuso il primo numero di “La voce dei giovani”, foglio di propaganda del FdG il cui sottotitolo recitava: “a dispetto della sbirraglia fascista” <6; esso fu uno dei primi giornali clandestini della Resistenza, dopo “La nostra lotta” e “L’Unità” edizione savonese. In seguito, all’inizio della primavera, venne ciclostilato “Savona Proletaria”, organo della Federazione Comunista, che sostituì il mai uscito “Stella Rossa” (cui si stava dedicando Gaetano Colombo quando fu arrestato) <7. I frutti delle attività del FdG non tardarono a farsi vedere e si dimostrarono essenziali in una congiuntura così difficile come quella attraversata all’inizio del ’44 dall’organizzazione comunista, punta di lancia della ribellione savonese al fascismo salotino.<br>Parallelamente a questa fase di crisi attraversata dall’antifascismo militante, le autorità mostrarono un deciso attivismo, forti dei risultati conseguiti a Savona dalle polizie e a Cassino dalla Wehrmacht.<br>Il 16 gennaio 1944 l’assemblea provinciale dei Fasci, presieduta dal delegato nazionale del PFR Piero Asti e svoltasi alla presenza del maggiore Nancke comandante la piazza di Savona, aveva sancito la riconferma di Bruno Bianchi a Segretario Federale e di Attilio Oltrabella a suo vice <8. Il fatto che un maggiore fosse il più alto ufficiale tedesco della città è indicativo di quanto la situazione a Savona fosse considerata tranquilla dagli alti comandi. I tedeschi erano relativamente in pochi perché potevano contare sulla piena collaborazione delle Forze Armate e degli organi di sicurezza italiani; l’eventuale sbarco degli Alleati era molto più temuto della minaccia dei ribelli alle spalle.<br>Poi le cose cominceranno a cambiare. Tornando alla cronaca, il 25 gennaio il seniore della Milizia Alberto Crespi fu messo a capo della ricostituita 2a Legione MVSN, e lo stesso giorno il dott. Carlo Flaminio Becchi si insediò nella carica di Commissario Prefettizio al Comune. La provincia fu suddivisa in sei zone affidate ciascuna ad un ispettore federale. Escludendo la zona di Albenga, che esula dalla presente tesi, furono nominati: Riccardo Improta per Finale – Pietra – Calizzano, Carlo Alberto Ceraudo per Noli – Vado – Quiliano e Varazze, Giunio Colbertando per Sassello – Stella – Urbe, Alberto Rebella e il presidente dell’Opera Nazionale Balilla prof. Italo Materazzo per la Val Bormida. A Francesco Briatore, ispettore per l’entroterra ingauno ucciso dai partigiani il 25 giugno 1944 a Erli, sarà intitolata, come vedremo, la Brigata Nera di Savona.<br>Questore del capoluogo era Enrico Parenti, con Michele Minervini quale vice <9. Il 28 gennaio la Questura savonese emanò un’ordinanza antiterrorismo che comminava l’esecuzione sul posto a qualsiasi ciclista sorpreso in possesso di armi e privo dell’autorizzazione a portarle. Due giorni dopo il quotidiano genovese “Il Lavoro” riportava il testo di un telegramma inviato dalla Federazione fascista di Savona al Duce e a Pavolini: “I fascisti savonesi riuniti in comune palpito di fede, mentre la barbarie anglosassone tenta di raggiungere Roma, riconsacrata a dignità imperiale dalla rivoluzione, chiedono di riprendere le armi a fianco degli eroici camerati germanici per infrangere sulle sacre strade dell’urbe gli ambiziosi piani del nemico” <10. Al di là della stucchevole ed obsoleta retorica, era evidente il desiderio di sfuggire alla triste subalternità nei confronti dei nazisti: ma si trattava di fantasie prive di riscontro nella realtà. Ai tedeschi i fascisti savonesi servivano per tenere sottomessi i loro riottosi concittadini, non certo per difendere Roma.<br>Il 9 febbraio 1944, nel clima di esaltazione generato tra i fascisti dalle battaglie di Anzio e di Cassino, sfilarono per Savona le reclute della GNR e delle Forze Armate repubblicane. In piazza Mameli prese la parola il col. Zino, comandante del presidio, poi, conclusa la parata in piazza Mentana, fu la volta di padre Eusebio Zappaterreni, celebre propagandista della RSI <11. Infine, il 18 dello stesso mese, il Capo della Provincia Mirabelli, in seguito al decreto del Duce che comminava la pena di morte a renitenti e disertori, invitava questi ultimi a presentarsi alle armi e i ribelli a tornare al lavoro <12. Quanto alla credibilità delle istituzioni locali, è lapidario il giudizio riportato da Caviglia nel suo diario: “Il prefetto di Savona […] è uomo di nessuna cultura sociale, politica ed economica: inutile spiegargli il senso delle leggi. Il questore […], ferocia a parte, ha il sugo di una rapa. Con tali appoggi il governo è un cadavere tenuto diritto dalle forze militari straniere” <13.<br>Chi non si lasciò impressionare dalle esibizioni di forza dello Stato fascista repubblicano fu senz’altro l’aviazione alleata, che tornò a bombardare Savona il 16 gennaio causando oltre trenta morti, quasi tutti riuniti in S. Andrea per un battesimo <14.<br>[NOTE]<br>1 G. Gimelli, Cronache militari della Resistenza in Liguria, Farigliano (CN), Milanostampa, 1965 – 69, vol. I, p. 161.<br>2 Ibidem.<br>3 R. Badarello – E. De Vincenzi, Savona insorge, Savona, Ars Graphica, 1973, p. 77.<br>4 Cfr. ibidem, pp. 77 – 78 e G. Gimelli, op. cit., vol. I, p. 162.<br>5 R. Badarello – E. De Vincenzi, op. cit, p. 78.<br>6 Ibidem, p. 74.<br>7 G. Gimelli, op. cit., vol. I, p. 165.<br>8 Ibidem, vol. I, pp. 74 – 75.<br>9 N. De Marco – R. Aiolfi, Bombe su Savona. La demolizione dei cassari, Savona, Comune di Savona, 1995, p. 106.<br>10 R. Badarello – E. De Vincenzi, op. cit., p. 75.<br>11 G. Gimelli, op. cit., vol. I, p. 165.<br>12 R. Badarello – E. De Vincenzi, op. cit., p. 76.<br>13 E. Caviglia, , Diario (aprile 1925 – marzo 1945), Roma, Casini, 1952, p. 490.<br>14 N. De Marco – R. Aiolfi, op. cit., p. 107.<br><strong>Stefano d’Adamo</strong>, <em>Savona Bandengebiet – La rivolta di una provincia ligure (’43-’45)</em>, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Milano, Anno accademico 1999-2000</p><p><a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/1944/" target="_blank">#1944</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/citta/" target="_blank">#Città</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/fascisti/" target="_blank">#fascisti</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/febbraio/" target="_blank">#febbraio</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/gennaio/" target="_blank">#gennaio</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/liguria/" target="_blank">#Liguria</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/partigiani/" target="_blank">#partigiani</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/provincia/" target="_blank">#provincia</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/sap/" target="_blank">#SAP</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/savona/" target="_blank">#Savona</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/stefano-dadamo/" target="_blank">#StefanoDAdamo</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/strage/" target="_blank">#strage</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/tedeschi/" target="_blank">#tedeschi</a> <a rel="nofollow noopener noreferrer" class="hashtag u-tag u-category" href="https://bigarella.wordpress.com/tag/turchino/" target="_blank">#Turchino</a></p>