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la voglia d'ammazzamme che me mette addosso mì padre, che piuttosto che fare psicoterapia per metabolizzare la separazione dei suoi genitori (che nonni pionieri che c'ho, separati in casa prima dell'istituzione del divorzio contro cui a quanto pare quel rincoglionito de mì padre andava a manifestare) non solo ha inseminato mì madre e poi passato il resto della vita a dire che la famiglia è una merda e non voleva me e mio fratello ma poi è ancora qui che inveisce contro sù madre aka mì nonna morta nel 2003 dicendo che ovviamente io ho preso da lei. per vicessitudini familiari che non sto a riepilogare l'ho frequentata troppo poco ma sicuramente tra gli errori che lei può aver fatto c'è stato non averlo abortito quando era il momento. che malattia collettiva, la genitorialità.
>>> una volta visto il film ho cercato recensioni per sondare i punti di vista in merito e, a proposito della relazione con il tizio sposato, una di queste ha sottolineato sì la superficialità ma anche il fatto che nel film non c'è spazio né riguardo da parte di Sandra (che pure qualche domanda al tizio la fa) per la moglie e il figlio di lui.
io sinceramente sono un po' nauseata da questo scaricare tutta la responsabilità sulle donne triangolate. poi son pure piena della paternale moraleggiante che vorrebbe vederci puntualmente rinunciare al desiderio perché l'altr@ è convivente/sposat@/con prole.
qui ci s'ha bisogno di tutt'altre narrazioni.
qualche giorno fa ho visto al cinema Un beau matin di Mia Hansen-Løve. tra i motivi per cui sono andata a vederlo: Lea Seydoux nel cast (la venero) e il fatto che la sua personaggia abbia, nel film, una relazione con un uomo sposato e con prole a carico. dal momento in cui gran parte degli uomini che da almeno 5 anni mi ronzano intorno sono vincolati allo stesso modo, speravo di uscirne emotivamente sgretolata oltre che ricevere qualche spunto. non solo, a parte un pianto legato al rispecchiamento con Sandra (la personaggia) per mancanza di intimità, non ne sono uscita sgretolata ma ho provato discreta noia: gli intrecci narranti il tradimento nella coppia monogama non hanno più niente da darci. inoltre >>>
il quantitativo di donne etero, amiche e conoscenti, che mi contattano negli ultimi mesi per sfogare la legittima frustrazione causata loro dal relazionarsi con muski bianchi eterocis sta assumendo proporzioni inaudite prima nella vita e dall'alto della mia sintomatologia depressiva quel che dico è sempre lo stesso: se devono farci stare peggio, salve piccolissime e trascurabili eccezioni, chi ce lo fa fare di accollarceli?
due serate di questa settimana non ancora conclusa trascorse con due diverse persone che evitavo da un po' per vari motivi, tra cui: non ascoltano, parlano a raffica e in modo ossessivo del solito argomento (maschi demmerda). quando mi chiedono come sto, giusto alla fine, non sono sinceramente interessate alla risposta. fare amicizia (diverso da: avere persone con cui uscire nel tempo libero) a quest'età è un mistero, certo è che tra stare sottocoperta tra le braccia del pigiama e in certa "compagnia" non c'è gara.
ci facciamo una partita a biliardino? 🍻