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#genovaantica

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Così veniva raffigurata a descritta Porta Pila su "l'Illustrazione Popolare" dell'8 maggio 1892. Per fortuna, questo avanzo d'uno stile di decadenza è sopravvissuto fino a noi, anche se in una posizione un po' dubbia. Oggi il frontale è visibile dietro la Stazione Brignole.

Nota: la porta proveniente da Porto Maurizio (oggi Imperia) era probabilmente in realtà la vicina Porta Romana, anche se molte fonti parlano appunto della Pila.

Stazione di Porta Principe o Piazza Principe? Qualcuno dei meno giovani vi dirà con certezza “Porta!”

In realtà si tratta di un equivoco, probabilmente anche alimentato erroneamente dalle Ferrovie dello Stato nel dopoguerra. La Stazione si chiama infatti “Piazza Principe”, e il motivo è molto semplice: prima che si costruisse il monumentale edificio di Piazza Acquaverde, il primo accesso era proprio dalla vicina Piazza del Principe.

Il palazzo San Giorgio come lo conosciamo oggi è fondamentalmente una reinvenzione del grande architetto portoghese Alfredo D’Andrade.
 A fine ‘800 l’edificio era ben distante dall’essere l’elegante composizione di due corpi (quello medievale e quello rinascimentale) che conosciamo oggi, ma era un caotico accrocchio di impalcati multipli.

Come ci si orientava a Genova ad inizio '900? Il modo probabilmente più comune era tramite il diffusissimo Annuario Genovese edito dai Fratelli Pagano. Nato come "Lunario del Signor Regina", sotto l'egida del poeta cittadino Martin Piaggio, era originariamente un almanacco di curiosità, poesie e aneddoti in lingua locale. Dopo la scomparsa di Piaggio, il Lunario si evolse sempre più in una guida di riferimento per i cittadini genovesi.

La vecchia spiaggia di Sampierdarena a inizio ‘900.
Mare e stabilimenti dove ora c’è solo cemento. A sinistra vediamo il promontorio di San Benigno prima dello sbancamento.

Con l’annessione alla Grande Genova dell’ex comune negli anni ‘20, e la trasformazione portuale del decennio successivo, cambierà tutto.

Per un breve periodo i pedoni poterono accedere alla salita tramite una scalinata, ma la necessità di riaprirla al traffico portò ad abbassarla. Questa foto ci mostra la fase immediatamente successiva, prima che i palazzi venissero riadattati per il nuovo accesso. Ovviamente, gli edifici all’imbocco saranno presto demoliti per la costruzione del Grattacielo e del suo dirimpettaio.

Il vecchio stadio Luigi Ferraris in una cartolina viaggiata nel 1953. Si noti il campo piccolo sul greto del Bisagno (saranno proibiti dopo l'alluvione del 1970). Le colline sopra Marassi e Quezzi sono ancora spoglie, mentre la storica Villa Piantelli, che un tempo dominava l’area, è ormai inglobata nel quartiere.
Del vecchio stadio, rifatto per Italia 90, sopravvive solo la facciata lato tribuna.

In questa foto di Célestin Degoix, inquadrabile nel periodo 1870-1873, assistiamo a una delle grandi opere di trasformazione della città: lo sbancamento della Collina delle Fucine, per costruire Via Roma e Galleria Mazzini.

Della vecchia collina è rimasto solo il nome, ad indicare il largo che si trova ora presso il retro del Teatro Carlo Felice.

“C’era una volta Genova” è un blog pieno di informazioni sul passato della città.

Qui l’autore Gianfranco Curatolo ci racconta il grande equivoco della porta monumentale che viene erroneamente chiamata “Siberia”: il nome corretto è Porta Del Molo, con il toponimo Siberia che identificava un varco differente.

#Genova #GenovaAntica #GenovaDalPassato #PortaSiberia #PortaDelMolo #PortoAntico

ceraunavoltagenova.blogspot.co

ceraunavoltagenova.blogspot.comPorta del Molo e Porta Siberia - facciamo confusione ? Quando lavoravo nel porto, negli anni 70, parlando di Porta Siberia, intendevamo un'area portuale che andava dalla Porta del Molo ...