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#testi

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#24marzo
In occasione della Giornata nazionale per la promozione della #lettura, proponiamo da #Enthymema un articolo sul progetto Macchine per #leggere. Il suo scopo è realizzare un ambiente digitale (desktop e mobile) che introduca gli #studenti della #scuola secondaria di secondo grado alla conoscenza e all’utilizzo delle tecniche di analisi computazionale dei #testi, qui proposte come spunto per accostarsi alla lettura dei #classici della #letteratura.

⬇️riviste.unimi.it/index.php/ent

Il #3Marzo ricorre la giornata mondiale dello #scrittore. #Enthymema, attingendo alla terminologia dell’#ecologia dei #media, accosta le paure per i #disastriambientali a quelle legate all’#ambiente #narrativo e al rischio di #estinzione del mondo #letterario e del #libro. Lo studio indaga le strategie di sopravvivenza della #letteratura attingendo a #testi #ecodistopici, quali “#GenerationA” di #Coupland e #TheRawSharkTexts di #Hall
L’articolo è disponibile qui 🔽

riviste.unimi.it/index.php/ent

nuovo post oggi sul blog ‘esiste la ricerca’: due testi da “superficies” (laboratorio a cura di p. polidori @ teatro litta / accademia di brera)


https://www.mtmteatro.it/due-testi-da-superficies/

Due testi tratti da “Superficies – Materiali di tangenza”, Edizioni Cambiaunavirgola 2025. Curato da Pasquale Polidori, il volume raccoglie materiali operativi scaturiti da un laboratorio di arti visive che si è svolto da aprile a giugno 2024 nella Sala Cavallerizza del Teatro Litta a Milano, e ha indagato il tema delle opere d’arte come spazi di mediazione tra il lavoro artistico e lo sguardo dello spettatore. Il laboratorio Superficies è promosso dall’Accademia di Brera – Scuola di pittura. Hanno partecipato: Chiara D’Alesio, Chiara Degetto, Eleonora Federico, Irene Fraccaro, Alice Galizzi, Matteo Galli, Francesco Gennaro, Sharon Marini, Marlena Moi, Angela Vareschi, Yuxin Wu, Yihan Zhang, Yiyang Zhou. Docenti: Cristina Muccioli, Pasquale Polidori, Domenico Scudero

Manifatture Teatrali Milanesi · Due testi da "Superficies"

tornare ad essere un fiore / lucia manetti. 2024

Si può voler tornare ad essere un fiore per ragioni differenti, tutte ugualmente rispettabili. Solitamente, quando non essere un fiore diventa una minaccia per la sopravvivenza.
Può succedere mentre si cammina dietro a qualcuno lungo un fiume, che porta a delle cascate rilevanti per la trama dei personaggi candidati a fiore. Succede anche in mezzo agli alberi, che a un certo punto la terra si apra e lasci uscire delle braccia selvatiche che vogliono riportarti dentro di lei.
Per l’intenso sforzo muscolare del desiderio, il pensiero sprofonda all’improvviso sotto una colonna di atmosfere e oscilli dentro gli occhi di chi ti sta di fianco, interdetto. Le tue movenze ormai di fiore diventano molli, come lo sguardo che si scambiano due fiori su steli perfettamente paralleli, che crescendo all’infinito, così vicini, non riusciranno ad incontrarsi mai. Pure se hanno degli interessi in comune.
Quindi metti live le tue radici nel profondo, crescono tra le dita disperate di chi ti accarezzava la pelle bianca, quasi trasparente, come i petali del fiore che stai diventando. A questo punto sei quasi un fiore, ti attendono trepidanti i cimiteri e il quattordici febbraio, ci sei quasi, manca solo quell’ultima spintarella: devono accompagnarti alla porta del diventare un fiore, bussare all’amministratore delegato dei fiori e chiedere il relativo modulo.
Per tornare ad essere un fiore bisogna lasciarsi tutto alle spalle, senza andare nel panico se i polmoni non si gonfiano, l’ossigeno viene assorbito comunque.
Poi quando c’è finalmente il fiore, tu non ci sei più.

#000000 #LuciaManetti #testi