mastodon.bida.im is part of the decentralized social network powered by Mastodon.
Un'istanza mastodon antifascista. autogestita, italofona con base a Bologna. Rispettosa di privacy e anonimato.

Server stats:

926
active users

Learn more

Due paroline due su questa s-faccenda dell'attore porno a fare lezione in una scuola, salvo poi non farla e incatenarsi fuori gridando alla censura. A seguire

[1]
Non è la prima volta e non sarà l'ultima che teatrini della buoncostume avvengono, con questa stessa trama e gli stessi personaggi coinvolti: performer porno, studentɜ, dirigenti scolastici e partiti. Ci sono stati già episodi simili in passato e non hanno alcuna utilità se non inquinare un ambiente già inquinato.

Dal momento però che l'educazione sessuale e affettiva nelle scuole è un tema sempre più pressante - più che altro pressato, quasi spalmato a cazzo 'nsomma - a questo punto vorrei tirare non tanto le somme (non affidatevi alla discalculica) quanto delle tracce che altrimenti, parrebbe, tendiamo a ignorare.

- La pornografia come strumento didattico da portare nelle scuole è possibile. Innanzitutto perché, checché gridino e si strappino i capelli gli adulti assolutamente incapaci di presa sul presente.

[2] la pornografia è già dentro le scuole, nei cellulari e nei desideri dellɜ ragazzɜ. Invece di panicare, sbiancare e gridare alla morale gli adulti dovrebbero prendere coscienza di questa cosa, fare i conti con l'angoscia a tema che fermenta dentro di loro senza pretendere che la responsabilità della gestione di questa ricada sullɜ più giovani.
Ma soprattutto è possibile perché la pornografia non è uno strumento didattico. Minchia, mi sono bevuta il cervello o sono diventata una creatura mista tra Marzullo, Fusaro e Recalcati? Vi giuro no, piuttosto mi drogo (ma magari, 'nc'ho i soldi). Quello che voglio dire è che la pornografia non nasce né ha la responsabilità di educare, fate pace con 'sta cosa invece di forzare uno strumento di intrattenimento in uno pedagogico, costi quel che costi.

[3]
Però può essere un ottimo centro dal quale sgomitolare e discutere di società, di desideri e di immaginari.

Il che significa che continuare a illudersi di trarne una qualche educazione sessuale solo perché la sua architettura dell'esplicito consente di vedere cose inerenti alla sessualità, è propriamente in malafede oltre che da idioti. Però la pornografia è un fatto umano e come tale attraversa le età, le società, i costumi; è pure un fatto del capitale e quindi attraversa anche le dinamiche di potere, di oppressione e di immaginari dritti, storti e distorti.

In buona sostanza: basta avere timore di portare la pornografia a scuola: si può creare un dialogo intorno a essa con le persone più giovani. Bisogna cambiare l'approccio con cui costruire il dialogo: il perché e il come, più che il cosa.

Gea (lei)

[4]
- Dunque, nell'invitare un performer porno in una scuola c'è il limite, secondo me, che suddettə performer non possa - né debba, tutto sommato - avere tutte le risposte per le persone più giovani. E non perché se deve parlare di anatomia, di piacere, di infezioni sessualmente trasmissibili non lo possa fare, non ne abbia esperienze, opinioni e non possa condividere il suo sapere; ma perché una persona che lavora nell'industria del porno non è una persona che mira a discutere di tutti gli aspetti della sfera e dell'identità sessuale; perché non gli compete, perché non gli serve per il lavoro; perché per un'educazione sessuale e affettiva che possa arricchire e ampliare le prospettive la propria esperienza, da sola, non basta. E vi dirò: questo vale per chiunque, soprattutto per gli esperti - sessuologi e psicologi -

[5]
che hanno un approccio prettamente clinico e sanitario. Manca la complessità della vita reale, che le persone adolescenti invece vivono con i loro dubbi sul da farsi, giorno per giorno.

- La scuola siffrediana ha investito tutto e tutti in questa ressa allo scandalo; interpellare Felicitas che grida alla censura e si incatena per mostrare dissenso mi fa morire dal ridere, ma peggio è Alberto Pellai (psicoterapeuta e scrittore) che scrive un post al vetriolo su facebook e il vetriolo gli ha risposto chiedendogli "Alberto, sei per caso uno sbirro?". Dico io, onorevole dottor Pellai, siete stato pure citato da Pro Vita, qualcosa pur significherà. Ma lui lo sa benissimo, d'altronde.
Parlo di scuola siffrediana perché c'è tutto: un pornoattore che ce l'ha lungo, lunghissimo, l'ego; un evento che coinvolge anche dei minori per

[6]
cui si continua a gridare alla loro protezione - senza interpellarli direttamente, sia mai - e una risposta "dagli esperti" che te la raccomando.

E vai, fino al prossimo scandalo.