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#scuole

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Parliamo di Salone Internazionale del Libro! #SalTo25 📚

Giovedì 15 maggio h. 15.30
Lab #Arte, Padiglione 4
𝑪𝒐𝒎𝒑𝒐𝒔𝒊𝒕𝒐𝒓𝒊 𝑺𝒖𝒑𝒆𝒓𝒆𝒓𝒐𝒊 con Filippo Cosentino
Un #laboratorio alla scoperta dei compositori che, dall’antichità a oggi, hanno trasformato la #musica con il loro talento e le loro innovazioni. Attraverso epoche e stili, un’occasione per esplorare opere, influenze e luoghi di origine dei grandi musicisti.

Iscrizioni aperte da oggi qui: shorturl.at/a9LQi

mail inviata (inutilmente, è ovvio) il 14 gennaio 2024 a governo e opposizioni

I palestinesi devono sopportare migliaia su migliaia di tragedie inimmaginabili, tutte a livello internazionale. Questo livello di violenza orchestrata da una forza occupante è genocidio. Ai leader politici e ai funzionari di alto livello, dobbiamo sottolineare che il sostegno e l’assistenza a Israele sono complici in questo genocidio in corso. Siete stati avvisati
          
(Alice Mogwe, Federazione Internazionale per i Diritti Umani)

Egregio Signore/Gentile Signora,

Nel corso degli ultimi due mesi e mezzo, le forze israeliane hanno ucciso più di 29.000 civili in Palestina, tra cui oltre 11.000 bambini. Scrivo per esprimere la mia profonda preoccupazione riguardo al genocidio in corso e per chiedere urgentemente il vostro aiuto nell’incoraggiare una cessazione immediata delle ostilità e l’invocazione della Convenzione sul Genocidio senza ulteriori indugi.

La Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948, rappresenta uno strumento legale indispensabile per prevenire e sanzionare atti di genocidio. La Convenzione sul Genocidio, sancita dal diritto internazionale e vincolante per tutti gli Stati firmatari, esige risposte immediate e inequivocabili alle situazioni di genocidio, sia per imperativi morali che per mandato legale.

Gli sforzi diplomatici per far rispettare il diritto internazionale e porre fine al genocidio del popolo palestinese sono risultati infruttuosi. La mancata copertura completa da parte dei media occidentali delle atrocità, unita alla diffusione di disinformazione, è profondamente allarmante. La manipolazione intenzionale da parte dei leader politici, pericolosamente vicina all’incitamento al genocidio, richiede una condanna urgente e inequivocabile. Questa urgenza è ulteriormente sottolineata dal triste bilancio di oltre 100 giornalisti uccisi mentre cercavano coraggiosamente di rivelare la verità. L’obbligo di responsabilità immediata è essenziale per affrontare questa crisi e garantire giustizia per le voci e le vittime silenziate.

Attualmente, le forze israeliane stanno commettendo attivamente molteplici crimini di guerra, come definito dall’articolo 8 dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Ciò include tattiche come l’impiego di un blocco totale, attacchi diretti intenzionali alla popolazione civile, mirate aggressioni contro ospedali, scuole dell’ONU e ambulanze. È documentato l’uso di fosforo bianco come arma chimica su infrastrutture civili, così come l’uso di fame e sete come strumenti di guerra. Stiamo assistendo alla punizione collettiva di due milioni di persone, come definito dall’Articolo 33 comune della Quarta Convenzione di Ginevra e dall’Articolo 4 del Protocollo Aggiuntivo II.

La continua mancanza di responsabilità di Israele per la sua occupazione illegale, l’espansione illegale degli insediamenti e il crimine di apartheid ha portato a una preoccupante escalation della violenza che costituisce crimini internazionali legalmente definiti, tra cui genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Date le gravi circostanze, sollecito urgentemente l’invocazione della Convenzione sul Genocidio e azioni immediate per affrontare la crisi. La responsabilità di proteggere le popolazioni vulnerabili incombe sulla comunità internazionale, e credo fermamente che i principi delineati nella Convenzione debbano guidare la nostra risposta collettiva.

Negli ultimi mesi, un notevole numero di esperti di conflitti e genocidi ha lanciato l’allarme sul genocidio in corso a Gaza.

Il 13 ottobre 2023, Raz Segal, professore associato israeliano di studi sull’Olocausto e genocidio presso l’Università di Stockton e professore titolare nello studio del genocidio moderno, ha offerto un’analisi delle atrocità a Gaza nell’articolo “Un caso di genocidio”. Segal ha affermato: “La Convenzione ONU sul genocidio elenca cinque atti che rientrano nella sua definizione. Attualmente, Israele sta perpetrando tre di questi a Gaza.”

Il 15 ottobre 2023, 800 studiosi e professionisti del diritto internazionale, tra cui studiosi dell’Olocausto, hanno emesso un severo avvertimento riguardo a un potenziale genocidio da parte delle forze israeliane contro i palestinesi a Gaza.

Il 19 ottobre 2023, otto Rapporteurs Speciali dell’ONU hanno emesso un avvertimento dichiarando: “Lanciamo l’allarme… c’è anche un rischio di genocidio contro il popolo palestinese.”

Il 27 ottobre 2023, il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale ha attivato la sua procedura di azione urgente per l’allarme precoce, esprimendo profonda preoccupazione per l’incremento di discorsi di odio razziale e disumanizzazione diretti contro i palestinesi.

Il 28 ottobre 2023, Craig Mokhiber, ex Direttore dell’Ufficio di New York dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha descritto ciò che sta attualmente accadendo a Gaza come “un caso di genocidio da manuale”.

Il 2 novembre 2023, otto Rapporteurs Speciali dell’ONU hanno lanciato nuovamente l’allarme dichiarando: “Restiamo convinti che il popolo palestinese sia a grave rischio di genocidio… Il momento per agire è ora. Anche gli alleati di Israele hanno responsabilità e devono agire ora.”

Il 10 novembre 2023, Omer Bartov, uno dei massimi studiosi mondiali di studi sull’Olocausto e il genocidio, ha avvertito che lo spostamento forzato e la pulizia etnica di solito precedono il genocidio.

Il 24 ottobre 2023, è stato rivelato un documento prodotto dal Ministero dell’Intelligence israeliano, che dettaglia un piano per epurare etnicamente Gaza mediante il trasferimento forzato dei suoi abitanti e la deportazione nella Penisola del Sinai in Egitto.

Il 16 novembre 2023, 36 esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite hanno elevato il rischio da un genocidio potenziale a uno imminente.

Il 17 novembre 2023, la Commissione Internazionale dei Giuristi ha esortato gli Stati a “adempiere ai loro obblighi giuridici internazionali, inclusi in particolare quelli sanciti dalla Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948 … e adottare misure immediate per prevenire atti di genocidio a Gaza”.

Il 20 novembre 2023, il Rapporteur Speciale dell’ONU sulla Violenza contro le Donne e le Ragazze ha evidenziato la violenza riproduttiva inflitta dagli israeliani alle donne e ai bambini palestinesi, qualificando queste azioni come violazioni evidenti dei diritti umani e potenziali atti di genocidio secondo il diritto internazionale.

Il 1 dicembre 2023, l’ex Procuratore Capo della Corte Penale Internazionale, Luis Moreno Ocampo, ha dichiarato: “L’assedio di Gaza di per sé… è una forma di genocidio… Le regole affermano che infliggere condizioni per distruggere il gruppo, questo di per sé è un genocidio. Quindi creare l’assedio di per sé è un genocidio, ed è molto chiaro.”

Il 12 dicembre 2023, la Federazione Internazionale per i Diritti Umani ha adottato una risoluzione contenente un avvertimento da Alice Mogwe, Presidente della FIDH. “I palestinesi devono sopportare migliaia su migliaia di tragedie inimmaginabili, tutte a livello internazionale. Questo livello di violenza orchestrata da una forza occupante è genocidio. Ai leader politici e ai funzionari di alto livello, dobbiamo sottolineare che il sostegno e l’assistenza a Israele sono complici in questo genocidio in corso. Siete stati avvisati.”

Con quanto sopra in mente, vi chiedo di dichiarare globalmente le atrocità a Gaza come un genocidio. Delegare tutti gli uffici per esercitare pressione attiva sugli organi governativi per invocare immediatamente la Convenzione sul Genocidio e fermare le massacri in corso.

Un’azione urgente è imperativa. Riconoscimento del comportamento genocida israeliano a Gaza; condanna della retorica genocida israeliana; condanna delle atrocità israeliane a Gaza, inclusa la significativa perdita di vite civili e la distruzione delle infrastrutture civili; appello ai Terzi Stati per adempiere ai loro obblighi ai sensi della Convenzione sul Genocidio; appello agli organi dell’ONU (Assemblea Generale, Consiglio di Sicurezza, Consiglio Economico e Sociale e Corte Internazionale di Giustizia) a adottare le misure necessarie ai sensi della Carta delle Nazioni Unite per prevenire e reprimere atti di genocidio; appello ai Terzi Stati di indagare, arrestare e perseguire le persone sotto la loro giurisdizione che potrebbero aver commesso o contribuito ad atti di genocidio contro il popolo palestinese; e appello a tutti gli Stati di adottare misure per evitare la complicità nel comportamento israeliano, incluso il fornire materiali, armi e sostegno economico o diplomatico a un regime responsabile di violenze in corso e sistematiche contro la popolazione palestinese che costituiscono genocidio.

La Convenzione sul Genocidio è stato il primo trattato sui diritti umani adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite l’9 dicembre 1948, simboleggiando l’impegno della comunità internazionale a dire “Mai più” dopo le atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale. Per Gaza, il “Mai più” è ora. 

Con urgenza, vi chiedo di unirvi nel prendere posizione contro questa catastrofe in corso. Uniti, è possibile fare la differenza per garantire che la giustizia prevalga per le molte vite innocenti perdute.

A quanto pare i #Cristiani non ce la fanno proprio a non sentirsi superiori a tutti gli altri. L'umiltà, secondo loro, la devono praticare gli altri che non hanno un #dio superfico e capellone come il loro.

Ed è anche per questo che li temo, specialmente quando sono al potere e peggio ancora quando vogliono educare i nostri figli, come il ministro #Valditara nelle linee guida per l'insegnamento nelle #scuole.

mim.gov.it/web/guest/-/pubblic

#Imu per le #scuole #paritarie, il viceministro dell'Economia Maurizio Leo annuncia (guarda caso, al convegno dell'università salesiana) che il governo sta studiando una norma per garantire l'esenzione agli istituti e risolvere la questione dell'Ici non pagata tra 2006 e 2011 grazie al privilegio alla Chiesa cattolica concesso dal governo Berlusconi e contestato dall'Ue come aiuto di stato.👇
msn.com/it-it/money/tasse/scuo

docs.google.com/forms/d/e/1FAI
Iniziativa delle #Scuole per la #Pace. Per aderire alla
Giornata della Cura delle Persone e del Pianeta

La Giornata della Cura è promossa da: Fondazione
PerugiAssisi per la Cultura della Pace, Rete Nazionale
delle Scuole di Pace, Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova in collaborazione con Equal Care Day

Google DocsIl 1 marzo 2025 è la Giornata della Cura delle Persone e del Pianeta Questo modulo è stato predisposto per raccogliere le adesioni e valorizzare le iniziative che si svolgeranno in occasione della IV Giornata nazionale della Cura delle Persone e del Pianeta del 1 marzo 2025. Quel giorno, ridiamo valore alla cura. La cura di noi e degli altri, della città e del pianeta in cui viviamo. Riscopriamo la sua bellezza e la sua forza trasformatrice. Andiamo a conoscere e ringraziare chi si prende cura di noi e degli altri, vicini e lontani Diamo il giusto valore a tutti i lavori di cura Promuoviamo un’equa ripartizione tra uomini e donne dei lavori di cura della casa e della famiglia Facciamo esperienza di cura degli altri e dell’ambiente che ci circonda Diffondiamo insieme la cultura della cura Cura è il nuovo nome della Pace. ATTENZIONE: LA GIORNATA PUO' ESSERE CELEBRATA ANCHE NEI GIORNI PRECEDENTI (24-28 FEBBRAIO 2025) La Giornata della Cura è promossa da: Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, Rete Nazionale delle Scuole di Pace, Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova in collaborazione con Equal Care Day Per info: Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, via della viola 1 (06122) Perugia - Tel. 335.1401733 - email adesioni@perlapace.it - www.perlapace.it – www.perugiassisi.org

Troppe #scuole ancora non adottano libri di testo per l'#alternativa all'#IRC. Anche se è un dovere da parte delle scuole per non discriminare chi sceglie di non frequentare l'insegnamento della religione cattolica. Persino in Regioni come la Toscana, in base ai dati dell'anno scolastico 2024/25, le scuole primarie che lo fanno sono poche: in provincia di Livorno il 44%, mentre in quella di Grosseto il 3%.
Sostieni la campagna Uaar "Libri per chi ha diritto di averli"!👇
uaar.it/kitdidattica/

Il decreto n. 279 del 19 novembre 1999 dell’allora ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer sdogana i fondi alle #scuole private, in gran parte cattoliche. Si arriva poi alla riforma scolastica del 2000: le scuole confessionali diventano “paritarie”. 

I neofascisti riuscirono a mettere in difficoltà le occupazioni nelle scuole

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Nel 1970 la strategia dei neofascisti si orientò alla conquista dell’egemonia locale a spese soprattutto della sinistra extraparlamentare. Obiettivo del Movimento Sociale era ottenere il consenso dei ceti medi spaventati per le agitazioni nelle università e nelle scuole e l’esclusione dei gruppi extraparlamentari dallo spazio pubblico che nel 1968 era stato appannaggio della contestazione.
L’impiego della violenza andò incontro a tre esigenze apparentemente inconciliabili: mettere in pratica una politica d’ordine, prendendo d’assalto le facoltà occupate, contendere gli spazi di agibilità politica all’estrema sinistra e appoggiare i fermenti contestativi dei giovani di destra impegnati nelle occupazioni e in altre forme di protesta.
Quando nell’autunno del 1970 gli studenti medi entrarono in agitazione contro la riforma Misasi, la conflittualità tra studenti di destra e sinistra si diffuse a macchia d’olio <557. Nel dicembre del 1970 il Movimento Sociale formò “La Consulta della Scuola”, per venire a capo dei numerosi problemi posti dalla scolarizzazione di massa, ma anche per intervenire in un settore considerato strategico per recuperare il terreno perso dopo la rivolta studentesca del ’68-’69.
Le cronache del «Secolo d’Italia» ci restituiscono, a questo proposito, i bollettini della vita interna del Msi dai quali è possibile ricavare una mappatura degli atenei che registrarono la presenza più incisiva delle organizzazioni universitarie neofasciste. Con la sola eccezione di Milano e di Trento, il raggio d’azione del Fuan e di altri gruppi di destra fu circoscritto al centro-sud – in particolar modo negli atenei di Palermo, Messina, Bologna, Roma, Perugia e Urbino – dove la mobilitazione operaia era meno accentuata e il legame dei movimenti studenteschi con i lavoratori meno forte <558.
I neofascisti riuscirono a mettere in difficoltà le occupazioni nelle scuole, grazie anche a repertori di azione più radicali di quelli utilizzati dai propri avversari. Il 7 gennaio 1969, ad esempio, il liceo classico “Cannizzaro” di Palermo fu “sgomberato” da aderenti alla Giovane Italia che utilizzarono bottiglie incendiarie per cacciare gli studenti <559. Un episodio analogo fu registrato a Verona nel gennaio del 1970: un iscritto alla Giovane Italia fu arrestato poiché sorpreso a piazzare un ordigno incendiario contro un liceo occupato <560.
Le conoscenze delle tecniche di combattimento corpo a corpo e delle arti marziali orientali costituirono, inoltre, un vantaggio notevole nei confronti della sinistra extraparlamentare, soprattutto negli scontri di strada.
Questa sproporzione emerse in particolar modo in ambito scolastico dove le violenze assunsero i tratti della spedizione squadristica: gruppi di attivisti neofascisti in macchina e sulle moto calavano sulle scuole, colpendo rapidamente, per poi dileguarsi, prima dell’arrivo, spesso tardivo, delle forze dell’ordine <561. Con sempre più frequenza, inoltre, i neofascisti si distinsero per il numero di aggressioni ai singoli o per le cacce all’uomo scatenate per strada <562. L’impiego della violenza nelle scuole serviva a selezionare i militanti che sarebbero stati inseriti nei “Volontari Nazionali”, il corpo d’elite, come abbiamo visto, il servizio d’ordine incaricato di garantire l’incolumità dei dirigenti del partito e del segretario <563.
Se l’organizzazione della violenza giovanile garantiva la selezione di elementi affidabili, dall’altro la vita dei giovani di estrema destra nelle scuole si tradusse ben presto «in scontri quotidiani in una realtà…che viene vissuta come insopportabile ed inaccettabile, tale da giustificare non solo una contrapposizione verbale frontale e violenta, ma anche il ricorso ad armi di difesa micidiali (come la pistola), in grado di bilanciare in qualche modo la differenza numerica destra/sinistra» <564.
La conflittualità nelle scuole vide, inoltre, la partecipazione di soggetti esterni al mondo giovanile. Già a partire dal 1969 la lotta per la conquista dell’agibilità politica negli istituti registrò la presenza attiva dei partiti: a volte gli studenti erano soccorsi dagli operai o dai militanti di sinistra; viceversa i giovani di destra erano coadiuvati dai loro colleghi universitari o dagli attivisti adulti <565. In particolar modo nelle grandi città gli scontri nelle scuole presero forme e modalità tali da generare una catena di conflitti che travalicò il terreno scolastico. Le federazioni del Partito comunista e del Movimento Sociale della città di Roma, ad esempio, intervennero direttamente negli scontri: il Pci invitò tutti gli studenti delle scuole superiori alla «vigilanza, alla lotta e a rispondere duramente alle aggressioni» <566, mentre il Movimento Sociale minacciò ritorsioni nei confronti degli studenti di sinistra accusati di atti di violenza <567. E ancora a Trento, nell’aprile del 1970, dopo una serie di incidenti di fronte ad alcune scuole, i militanti di Lotta continua e quelli di Avanguardia Nazionale diedero vita a diverse giornate di guerriglia urbana che coinvolsero i partiti di sinistra, i sindacati e il Msi. <568 I militanti di Avanguardia Nazionale arrivarono, addirittura, a minacciare direttamente la prefettura se questa avesse impedito l’organizzazione di una manifestazione contro la sinistra extraparlamentare <569.
Se si pensa alla centralità dell’istituto scolastico nella vita pubblica di un Paese, con la capillare diffusione di scuole ed istituti nel territorio nazionale, gli incitamenti pubblici alla violenza accrebbero un clima di tensione – poi esasperato ad arte dai gruppi extraparlamentari e neofascisti – che diffuse odio e risentimenti nella vita quotidiana delle famiglie i cui figli divenivano i protagonisti, ogni giorno di più, dell’intolleranza politica.
L’escalation del conflitto dalla scuola agli altri spazi della vita pubblica, con il conseguente ingresso dei partiti politici in uno spazio prima appannaggio della sola protesta studentesca, fu ancora più evidente nelle università.
[NOTE]
557 Gli scontri si verificarono in tantissime città, tra cui Roma, Brescia, Taranto, Latina, Torino, ecc.. Molte cronache del «Secolo d’Italia» restituiscono fedelmente il ritmo e l’incidenza dell’intervento dei gruppi giovanili di destra contro le occupazioni. Vedi, ad esempio, Gli studenti nazionali liberano il liceo Segrè, «Il Secolo d’Italia», 20 febbraio 1970; La gioventù nazionale per il rinnovamento della Scuola, «Il Secolo d’Italia», 7 marzo 1970; A Torino i giovani del Msi reagiscono alle provocazioni rosse, «Il Secolo d’Italia», 26 novembre 1970.
558 Si vedano, in particolare, le cronache del «Secolo d’Italia» dei mesi di gennaio, marzo, aprile e maggio.
559 «l’Unità», 7 gennaio 1969 e Dura lezione impartita dai missini ai teppisti del movimento studentesco, «Il Secolo d’Italia», 7 gennaio 1969.
560 Ministero dell’Interno, Direzione Generale della Pubblica Sicurezza, Divisione Affari Generali, Sezione Terza, N. 441/035880 (III), Oggetto: interrogazione risposta orale: n. 1324 dei Sen. Albarella e Di Prisco; n. 3-02611 degli on. li Bertoldi ed altri, Roma 11 febbraio 1970, in Ministero dell’Interno, Direzione Generale della Pubblica Sicurezza, Divisione Affari Generali, categ. G5/5/8, Oggetto: ASAN Giovane Italia ass.ne studentesca di azione nazionale, ACS, PS, G, 1944-1986, b. 288.
561 Liceali aggrediti a Roma mentre escano da scuola, «Il Corriere della Sera», 17 marzo 1970. Una descrizione efficace delle tecniche di assalto utilizzate dai gruppi di destra è contenuto nei rapporti del Ministero dell’Interno; cfr., ad esempio, Ministero dell’Interno, al Gab. dell’on. Min., “Relazione su incidenti riguardanti l’ordine pubblico verificatisi nel mese di dicembre 1970”, Roma, 18 gennaio 1971, in ACS, MI, GAB, 1967-1970, b. 39.
562 Meritata lezione ai provocatori rossi, «Il Secolo d’Italia», 17 novembre 1970; Aggredito in caso dai fascisti, «l’Unità», 8 marzo 1970.
563 E. Pisetta, Militanza partitica e scelte eversive nei terroristi neofascisti, in Raimondo Catanzaro, a cura di, Ideologie, movimenti, terrorismi, Il Mulino, Bologna 1990, p. 195. Alle conclusioni sono giunte alcune fonti giudiziarie. Cfr., a questo proposito, proc. pen. n. 2/92f c/Rognoni Giancarlo ed altri: elaborato periterale prodotto in data 13/03/97 da prof. Aldo Giannuli per incarico di g.i. Salvini, trasmesso dagli Uffici Giudiziari di Milano il 18 marzo 1997 alla Commissione Terrorismo e Stragi, XIII Legislatura, Ever. Destra 1/15, p. 120.
564 Pisetta, Militanza partitica…cit., p. 199.
565 Il 3 ottobre 1969, ad esempio, a Roma, la Giovane Italia fu messa in fuga dagli operai chiamati in aiuto dagli studenti dell’Istituto Leonardo Da Vinci. Cfr. Elementi della Giovane Italia aggrediti da operai comunisti, «Il Secolo d’Italia», 4 ottobre 1969.
566 «l’Unità», 7 ottobre 1969.
567 La delinquenza rossa avvelena le scuole, «Il Secolo d’Italia», 11 ottobre 1969; Avviso, «Il Secolo d’Italia», 28 ottobre 1969. Teppismo al Lucrezio Caro, «Il Secolo d’Italia», 24 gennaio 1970. Sull’azione del Msi nelle scuole si veda anche Questura di Roma, 3 dicembre 1970, Oggetto: “Msi – Federazione provinciale romana – Attività”, in ACS, MI, GAB, 1967-1970, b. 100.
568 A che servono i fascisti. I fatti di Trento, «Lotta continua», a. II, n. 10, 18 aprile 1970.
569 – Repubblica Italiana, Commissariato del Governo nella Regione Trentino-Alto Adige, n. 3528/Gab., Oggetto: “Convegni dei movimenti estremisti extra-parlamentari di Avanguardia nazionale e Lotta continua”, Trento, 2 settembre 1970, in ACS, PS., G., 1944-1986, b. 289.
Guido Panvini, Le strategie del conflitto. Lo scontro tra neofascismo e sinistra extraparlamentare nella crisi del centro-sinistra (1968-1972), Tesi di dottorato, Università degli Studi della Tuscia – Viterbo, Anno Accademico 2007-2008

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